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Mussomeli Oggi

La Chiesa del Collegio di Maria fu edificata nel 1682 ha pianta  longitudinale  ad unica navata con volte a botte.

L'interno è rivestito con decori in  stucco, vi sono i quadri dell'Annunciazione, della Natività, dell'Incoronazione della Vergine, della Madonna del Rosario, di San Benedetto e di San Michele e il quadro della Madonna del lume.

   Video: Santuario della Madonna dei Miracoli

           

  

 

   

Iniziata sotto il dominio dei Lanza con una sola navata, nel 1614 la Madrice è ancora in fase di realizzazione.
Viene rimaneggiata nel 1682 e nel 1728, verso la metà del 700 le navate laterali non sono ancora ultimate.
Edificio ormai completo, come lo vediamo oggi, ma è già tempo dei primi interventi di restauro e alla fine dello stesso secolo vengono rifatti il campanile e il pavimento.
Maestosa e al tempo stesso aerea nel suo campanile a vela, la chiesa porta nella sua storia architettonica il segno di interventi sovrapposti e del succedersi di fabbriche diverse.
A fianco della Chiesa Madre, nella stessa piazza si trova l'edificio dell'Arciconfraternita del Santissimo: qui è conservata l'urna che la sera del Venerdì Santo attraversa la piazza Grande gremita di fedeli mentre i confrati con la cappa rossa sul saio bianco accompagnano il Cristo al Calvario e ritmano le lamentazioni.
All'interno si possono ammirare diversi dipinti tra cui quello della volta centrale opera del pittore Mussomelese Salvatore Randazzo che ne curò un restauro intorno agli anni 50.
Vi sono custodite inoltre dipinti e statue di un certo valore che vanno dal XV° al XVI° secolo.
Alcune di queste opere sono attribuite al Bagnasco.

 

    Chiesa Madre (S. Ludovico)

L'attuale chiesa della Madonna dei Miracoli, una costruzione barocca che risale alla metà del settecento ed è opera dei padri domenicani, ha al suo interno una Madonna con bambino dipinta su pietra che ancora oggi accoglie i fedeli nella cripta del santuario è stata restaurata nel 700 dal pittore Domenico Provenzani di Palma di Montechiaro.
Sempre di Provenzani si ammirano un grande affresco sulla volta, firmata e datata 1792, due pale d'altare e, in sacrestia, il ritratto del domenicano padre Biondolillo.
Nel santuario si conservano alcune statue in legno, sono le opere ottocentesche del maestro Francesco Biancardi: una Madonna dei Miracoli sull'altare maggiore e una Madonna del Rosario in sacrestia.
Più antichi, risalgono al 500, il San Giuseppe che è esposto in una cappella laterale e un'altra Madonna dei Miracoli conservata nella cripta, l'annesso convento dei domenicani, ristrutturato, conserva il fascino del monastero ma non ospita più i religiosi, l'attuale chiostro San Domenico è adibito a iniziative culturali ed espositive, presso la sala Randazzo "Palacultura San Domenico".

Santuario della Madonna dei Miracoli - PASSA SULLA FOTO E VEDI L'INTERNO

  

La Chiesa di Santa Margherita ubicata nel quartiere della Madrice, si trova a poca distanza dalla Chiesa Madre, ovvero una delle Chiese più antiche del paese fu costruita nella prima metà del XIV° secolo nel quartiere di Terravecchia. Nella seconda metà del XVII° sec. fu ricostruita per volere di Don Giuseppe Langela, nobile locale nel 1739, venne affidata alla Compagnia dei Verdi, costituita dai nobili e dai notabili della città che la elesse a proprio luogo di culto.  Attualmente la chiesa è chiusa al culto in quanto risulta inagibile, per le pessime condizioni di conservazione e di manutenzione deplorevoli, all’esterno il monumento si presenta più dignitoso grazie ai lavori di consolidamento e restauro effettuati negli anni 80, che hanno salvaguardato il solo aspetto esteriore del manufatto architettonico; pertanto oggi necessita di solo intervento manutentivo. L'esterno ricalca i tipici modelli rinascimentali. Nella nicchia posta sopra il portone di ingresso, fino ai primi anni del '900 vi era una statua di Santa Margherita, opera in alabastro del XVI° secolo. Un campanile spicca sul lato destro della facciata, adesso senza campana. La chiesa ha un unica navata coperta con volta a botte lunettata. L'interno ha delle decorazioni in stucco di ordine dorico, i lavori di restauro della chiesa sono stati finanziati dalla Soprintendenza Bca di Caltanissetta.

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LA CHIESA DI SAN GIOVANNI

 

Intorno alla sua costruzione la data precisa non è sicura ma ci basiamo su un documento confraternale del 1558, del notaio Giuseppe La Muta, in cui si parla della Chiesa e della Confraternita come una realtà già ampiamente consolidata.
Da ciò segue che la chiesa fu edificata in una data anteriore a quella del documento.
Uno storico mussomelese il "Sorge" dice che la chiesa di San Giovanni esiste da tempo immemorabile nel quartiere "Casale", quindi si può determinare la sua costruzione tra il 1467 e i primi del 1500 circa, all'epoca, dunque, della famiglia dei "Campo".
L'antica Chiesa era ad una sola navata costruita per soddisfare i bisogni confraternali e spirituali.
Non riuscendo a soddisfare i bisogni del Casale, perchè troppo piccola, intorno al 1600 la Chiesa fu ampliata cambiando topograficamente forma.
Questo progetto venne finanziato dalla confraternita del SS.mo Sacramento di San Giovanni, dai lasciti e dai fedeli.
Verso la seconda metà del 1700 il principe Don Giuseppe Lanza, conte di Mussomeli, dispose le riparazioni della volta e del tetto e nello stesso periodo vennero mutate le antiche colonne in pilastri a base quadrata, poi rivestite di stucchi in stile ionico.
L'INTERNO - La Chiesa, come si può notare, è  molto ampia a tre navate, e nell'armoniosità del suo stile classico spiccano i marmi policromi, gli stucchi e le preziose opere d'arte in essa contenute, come quadri e sculture. E' opportuno evidenziare il maestoso ed elegante pulpito in legno, risalente al 1700, e l'imponente organo a canne la cui parte esterna risale al 1700 e l'interno, costruito dall'organaro Filippo di Blasi, risale al 1811, da non dimenticare, inoltre, è la portantina in legno la cui datazione risale al 1700.
Sono degne di attenzione le quattordici stazioni della Via Crucis per il loro valore artistico risalenti al 1700-1800.
LA VOLTA E L'ABSIDE - Intorno agli anni 50, la volta, venne rifatta dalla ditta Fraterrigo da Palermo dipinta dal nostro compaesano Salvatore Randazzo (1952-1953).
In essa è raffigurata la vita del Battista (l'annunciazione - la predicazione - la visita ad Erode Antipa - la prigionia - la glorificazione), mentre nelle lunette delle finestre sono raffigurati i dodici apostoli, procedendo verso l'abside, il cupolone è originale, decorato con riquadri floreali di grande valore artistico, dipinto da Salvatore Bulgarelli, allievo del Velasquez e le pareti laterali, dal cornicione in giù sono stati dipinti da Giuseppe Sala, il bolognese.
Troneggiano in alto alle quattro colonne di stile corinzio, due angeli, uno con la tromba simbolo del giudizio, l'altro con la bandiera simbolo della vittoria sulla morte.
IL PAVIMENTO - Il precedente pavimento venne costruito a spese di casa Trabia, intorno al 1804, dove al centro vi era lo stemma principesco.
L'odierno pavimento a scacchiera venne fatto nel 1906 per volere del parroco Don Pasquale Mulè, col contributo dei parrocchiani.
Sotto il pavimento della navata centrale si trova parte dell'antica cripta che veniva usata per la sepoltura dei defunti, e nelle navate laterali sono presenti altre sepolture.
IL PROSPETTO ESTERNO - L'antico progetto prevedeva due campanili, ma non fu possibile per motivi di instabilità, la Chiesa oggi è con un solo campanile, costruito nel 1700 e intagliato dal mastro Mussotto Francesco di Agrigento, nei secoli anche la facciata è stato al centro di modifiche.
LA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI - Era succursale già nel 1581, poi nel 1924 divenne parrocchia autonoma e nel 1958 venne consacrata da Monsignor Francesco Monaco, fanno parte della giurisdizione parrocchiale due chiese: il Santuario della Madonna dei Miracoli, e la Chiesa di Santa Maria di Gesù.
Nella Chiesa di San Giovanni è esposto un crocifisso che pare sia stato realizzato da Frate Umile da Petralia, una scultura di San Calogero, una statua dell'Addolorata opera del Biancardi realizzata nel 1875. La chiesa di San Giovanni risale ai primi decenni del 500. Nel 1795 la volta è stata dipinta dal pittore Palermitano Salvatore Bulgarelli, vi sono pure due tele di Fra Felice di Sanbuca che raffigurano la morte del Giusto e quella del Peccatore, il pavimento è stato rifatto nel 1804 con 9600 mattoni della fabbrica Palermitana Malvica, sita in Piazza del Popolo.


LE ALTRE CHIESE

Fondata nel 1737 da Don Baldassarre Minneci, la Chiesa della Madonna di Trapani si trova vicino alla fontana dell'Annivina.

Nella Chiesa, l'altare è formato da due colonne tortili e da un coronamento ricco di stucchi, dove è esposta la statua di Maria SS.

Il pavimento è formato con mattoni in ceramica, dove al centro vi è lo stemma dalla famiglia Minneci, che raffigura un leone rampante.

Sullo stesso pavimento vi è scritta una data, 1837.

La Chiesa al momento non è agibile e necessita di lavori di restauro.

 

 

 

 

La Chiesa di Cristo Re è di recente costruzione, edificata l'8 settembre 1979, fu all'inizio un prefabbricato di 160 mq che poteva contenere poco più di 200 persone.

Nel 1985 fu posta la prima pietra del nuovo edificio, progettata dall'arch. Ferdinando Fiandaca, terminati i lavori, il 21 settembre 1994 il nuovo complesso parrocchiale fu aperto ai fedeli.

La chiesa ha  una struttura a pianta irregolare, che comprende un'aula per le celebrazioni eucaristiche e la “Cappella del Santissimo”, con un prezioso e sontuoso tabernacolo. L'immagine principale dell'aula è un grande affresco di 8m x 5m che copre una parete di 40 mq

Vi è rappresentato Gesù che viene nella sua gloria insieme agli Angeli, ai Santi e agli Apostoli Pietro e Paolo, il Cristo tiene in mano un libro con  la scritta “Amate i vostri nemici; Vengo presto”. Nella chiesa sono esposti alla venerazione una statua in bronzo di San Giuda Taddeo, un Crocifisso ligneo del 1700 di autore ignoto, una statua moderna di S. Giuseppe, una statua della Madonna Mater Dei di fine ‘700  e un'altra, sempre moderna, di Santa Rita nel 1979.

Agli inizi del XVII° secolo, l'Arciconfraternita del SS. Sacramento, costruisce il proprio oratorio attiguo alla Chiesa Madrice.

La Chiesa, di piccole dimensioni è realizzata in pietra calcarea, ha un impianto longitudinale con volta a botte lunettata e all'interno si possono ammirare gli antichi paramenti della Confraternita, l'urna lignea del 1946, che in occasione del Venerdì Santo, trasporta il Cristo deposto, un busto ligneo dell'Ecce Homo del XVI° secolo, un ritratto di Francesco Tomasino di Bartolo fondatore della Confraternita e a seguito della Congregazione del SS. Sacramento alla Madrice la più importante istituita nel 1553, vi è custodita anche la bolla papale di fondazione del 1554 di Papa Giulio III°, su istanza del Cardinale Rodolfo de Carpis, Vescovo di Agrigento, infine una tela dell'Addolorata del XVIII° secolo ed un crocifisso del XVI° secolo.

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