Vincenzo Sorce Malaspina
 

 

                                                                                     

                             FONDATORE DELL'ORFANOTROFIO                                          

Il 12 Gennaio 1887, morì il Cav. Vincenzo Sorce Malaspina, fondatore dell'Orfanatrofio che porta il suo nome. Fu Sindaco varie volte sotto il Governo borbonico, spiegando sempre nelle sue funzioni il massimo zelo. Fu nominato sindaco per la prima volta nel 1832, successivamente nel 1837, durante il suo secondo mandato di Sindaco, con lo scoppio del colera, si adoperò per arginare le perdite di vita umane, con una serie di provvedimenti all’uopo.
Per la terza volta fu, nel Giugno del 1846, nominato Sindaco il Dott. D. Vincenzo Malaspina, che tenne l’ufficio fino al 26 Gennaio del 1848 (Arch. Municipale). Dopo i moti rivoluzionari e la repressione della rivoluzione e il ripristino del regime borbonico, a Sindaco venne riconfermato per la quarta volta. E se, sotto i Borboni, fedele ai suoi giuramenti, non smentì mai i suoi principi, fu conciliante con la libertà, che poscia ebbe in pregio; e con gli uomini del nuovo regime collaborò sempre cordialmente, quando si trattava degl'interessi, della salute e della tranquillità del paese. Laureato in medicina, non ne esercitò mai la professione, avendo preferito dedicarsi all'amministrazione dei suoi beni. Colto e versato principalmente nelle discipline storiche, arricchì la sua casa di ottimi libri, e fece dipingere nelle sopraporte di essa, le gesta bellicose di Napoleone, del cui genio era entusiasta. Non lesinò mai al povero il suo aiuto; e quando si vide, con le risorse del suo lavoro, in possesso d'un considerevole patrimonio, pur conservandone la maggior parte alla consorte che adorava, volle creare, quasi totalmente a sue spese, non alla morte, ma durante vita, l'orfanatrofio femminile, che fu il primo e il più grande ricovero sorto nel paese a beneficio dei poveri. Ciò fece a solo fine di bene, senza mirare a ricompense politiche e morali; e quando, col decreto di riconoscimento dell'istituto, gli si comunicò, quale attestato di benemerenza, la sua nomina a Cavaliere, egli ne rise come di cosa inattesa, vana ed insulsa.
La morte di questo benefattore fu un vero lutto per il paese. Alla sua memoria resero sentite e solenni onoranze l'Amministrazione del Comune, i funzionari del Governo, il Clero, con l'Arciprete Nigrelli che ne fece l'elogio, la gioventù studiosa e il popolo tutto. Venne esso sepolto, accanto alle sorelle, nella edicola della Madonna del Riparo, che egli stesso aveva edificata fuori le mura, opera architettonica realizzata dall’architetto D. Salvatore Costanzo autore tra l’altro della casa Mistretta in Piazza Umberto I°.
Poscia fu quasi dimenticato, e senza qualche punta d' ingratitudine; (Si accenna alle ingiuste censure mossegli dal giornaletto locale Tin ton, nei primi anni del '900, per la parte che ebbe nello scioglimento dei diritti promiscui, laddove, come è stato dimostrato innanzi, fece egli allora, come Sindaco, tutto il suo dovere, ma rimarrà sempre benedetta la di lui memoria, finché durerà il beneficio largito, e vi saranno cuori atti a comprenderlo (Cfr. Necrologia del Sac. Emanuele Nigrelli).
A lui è stata intitolata la via Vincenzo Sorce Malaspina che si trova nel quartiere del Carmelo.

Negli anni precedenti, con testamento del 13 Novembre 1882, le sorelle D. Maria Angelica e D. Maria Carmela Sorce Malaspina istituirono fidecommissari Monsignor Giovanni Guttadauro, Vescovo di Caltanissetta, e Monsignor Giuseppe Nava, Vescovo ausiliare della stessa diocesi, per fondare, col loro intero patrimonio, un orfanotrofio per le povere orfane di Mussomeli.
Successivamente, con atto di donazione del 7 Aprile 1885, il Signor Vincenzo Sorce Malaspina elargiva la somma di L. 114.200, perché, unita a quella lasciata dalle sorelle con testamento del 1882, servisse ad erigere un orfanotrofio, a beneficio delle fanciulle orfane di Mussomeli, sotto la direzione delle suore di S. Vincenzo dè Paoli. E senza perder tempo, si procedette alla esecuzione.

Con R. Decreto del 14 Febbraio 1886, venne eretto in ente morale l'Orfanotrofio femminile, fondato dal Cav. Vincenzo Sorce Malaspina e dalle sorelle Maria Angelica e Maria Carmela. Con lo stesso decreto fu approvato lo statuto, con cui se ne precisò lo scopo, che è quello di ricoverare, alimentare e vestire le orfane di uno o di entrambi i genitori, nate a Mussomeli, della età non minore di anni sei e non maggiore di dieci. Il patrimonio in beni stabili, provenienti dalle sorelle, ammontò a L. 7.575, e la rendita, donata del fratello Vincenzo, a L. 114.200 (Statistica delle Opere Pie).

Il 7 Agosto 1888, venne inaugurato l'orfanatrofio fondato dal benemerito Vincenzo Sorce Malaspina e dalle sorelle di lui.
La sede dell'istituto fu l'antica casa dei Sorce-Malaspina, che si prestava, come si presta ancora, a tutte le esigenze di esso, e che ha il vantaggio grandissimo di un giardino che, protendendosi sull'annessa rupe, ha dinnanzi un magnifico panorama. Per volontà del fondatore, la presidenza della nuova istituzione fu assunta dal cognato, Carmelo Sorce fu Giovanni, che in tutte le pratiche della fondazione fu il suo principale collaboratore; e la direzione delle orfanelle, già ricoverate nel numero di ventotto, fu tenuta, com'è tuttora, dalle suore di S. Vincenzo de' Paoli, dette della Carità.
Alla cerimonia inaugurale, che opportunamente si fece coincidere con l'onomastico della vedova del fondatore. Signora (Gaetana, intervennero le Autorità, il Clero, e le rappresentanze delle principali famiglie del paese; e tutti, reverenti e commossi, furono attorno la veneranda signora, che già si auspicava fata benefica della pia istituzione.

Il 15 Agosto 1897, morì a Mussomeli la Signora Gaetana Sorce Malaspina, vedova del fondatore dell' Orfanotrofio, e benefattrice anch'essa dell'istituto, che sussidiò largamente in vita e in morte. Il 17 Agosto, dopo solenni funerali, fu sepolta nella cripta gentilizia, accanto alle salme del marito, delle cognate Sorce-Malaspina e del fratello Carmelo, riunendosi così, come in un famedio, le salme dei fondatori dell'Orfanotrofio (Necrologio).

 

 

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